Il culto della bellezza maschile

Il concetto di bellezza dei Greci era ben diverso da quello delle altre civiltà. Per i Greci un corpo era bello quando ogni sua parte aveva una dimensione proporzionata alla figura intera. L’atleta era il soggetto preferito dagli scultori e diventava il modello per rappresentare anche le divinità, nell’atleta e nel Dio le qualità morali come l’autocontrollo, il coraggio, l’equilibrio interiore e la volontà concorrevano a farne la misura, il canone della perfezione. La figura umana era il soggetto più rappresentato nella scultura greca perché testimoniava desiderio di perfezione nel corpo e nello spirito, volontà di raggiungere l’ideale dell’uomo eroico, vittorioso,protetto, amato da un Dio. Nella Grecia antica fino all’età di Pericle mancava una vera e propria estetica e una teoria della bellezza. Il tema della bellezza era associato molto frequentemente alla guerra di Troia: l’irresistibile bellezza di Elena. I Greci usavano il termine kalòn “bello” kalòn è ciò che piace ,che suscita ammirazione e che attraeva lo sguardo. L’oggetto bello era un oggetto che in virtù della sua forma appaga i sensi.

Bibliografia: “storia della bellezza”

A cura di Umberto Eco ,casa Editrice Bompiani